venerdì 25 aprile 2014

Il talento senza un duro lavoro non ti porta lontano!

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Autore :Matteo Simone 
            Psicologo, Psicoterapeuta
              
Il talento senza un duro lavoro non ti porta lontano
Psicologo, Psicoterapeuta


Ci vuole convinzione, grinta, forza, determinazione per dedicarsi ad un periodo di preparazione atletica, in base agli obiettivi, può richiedere sacrifici enormi, rinunce, spese, difficoltà, rischi, infortuni e non tutti sono disposti a questi impegni.

Quindi, la cosa importante è decidere le priorità, gli obiettivi e impegnarsi per il raggiungimento, da soli è difficile, più è alto l’obiettivo, più sono le pretese, più è alto l’impegno, il costo in termini di soldi, di investimento di tempo.

Il talento non basta per raggiungere l’eccellenza, l’impegno è di rilevanza fondamentale.

 Lo dice Vincenzo Abbagnale in un intervista riportata su Ideasport: «Il talento conta molto, ma senza un duro lavoro non ti porta lontano. Di me penso che la natura qualcosa mi ha dato, ma tutto quello che ho conquistato in questo anno è stato frutto del lavoro svolto, che è fondamentale». (1)

Lo spiega bene, anche, Pietro Trabucchi nel suo libro Perseverare è umano:  Negli anni Novanta Anders Ericsson e la sua équipe di ricercatori ha dimostrato che le grandi prestazioni in qualsiasi campo, dalla musica agli scacchi, dallo sport all’arte e alla letteratura, sono frutto in maniera preponderante dell’esercizio e della preparazione piuttosto che di capacità innnate.  Le sue acquisizioni sono oggi note con il nome di “regola delle diecimila ore”. Ericsson e colleghi cominciarono i loro studi osservando i violinisti che studiavano al conservatorio di Berlino. Con l’aiuto dei docenti divisero gli studenti in tre gruppi secondo le loro performance: per primi individuarono quelli che avevano raggiunto l’apice della prestazione musicale e che promettevano una brillantissima carriera internazionale come solisti. Poi identificarono un gruppo intermedio, quelli ritenuti “bravi” sebbene non all’altezza dei primi. Il terzo gruppo era composto da coloro che non avevano raggiunto un livello tale da permettere loro di vivere come artisti; costoro potevano al massimo aspirare all’insegnamento nelle scuole. 

Il team di ricercatori ricostruì le ore di esercizio intenzionale che era stato svolto nel corso degli anni dai componenti dei tre gruppi. Tutti avevano iniziato a suonare il violino alla stessa età, cinque anni. All’età di vent’anni, gli allievi del primo gruppo avevano alle spalle diecimila ore di esercizio, quelli intermedi ottomila e i più scarsi solo quattromila. Da allora – era il 1993 – sono stati compiuti moltissimi studi sulle prestazioni di eccellenza in tutti i campi dell’attività umana e tutti, nessuno escluso, hanno confermato l’intuizione pioneristica di Ericsson. Tutte richiedono una quantità di impegno individuale, sotto forma di esercizio intenzionale, riassumibile a grandi linee in almeno diecimila ore di allenamento. Secondo lo psicologo Micheal Howe la composizione in cui Wolfang Amedeus Mozart dimostra per la prima volta in maniera indubitabile il suo “genio” è il concerto n° 9 K 271. Quando lo scrive, Mozart si stava dedicando alla composizione già da dieci anni, impegnandosi certamente più di tre ore al giorno: dunque aveva già passato largamente le diecimila ore di esercizio. (1)
Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l'autoefficacia dell'atleta.
L’importanza del’autoefficacia nel raggiungere l’obiettivo emerge anche da un’intervista ad un pugile nel libro City di Alessandro Baricco:
-       Io avevo il campionato del mondo ficcato in testa dal primo giorno che sono entrato in palestra… mi importava di salire fino a lassù, proprio in cima, campione del mondo…. che ambizione, quando sei un ragazzo puoi sognare delle cose… ci credi veramente, magari la gente ti odia perché sei presuntuoso, o sembri un pazzo megalomane, ed è tuttto vero, ma dentro… cristo che forza lì dentro, una forza bella, vita allo stato puro.
-       Dopo cinque anni di pugilato professionistico, con  un record di 35 vittorie e una sola sconfitta, diventasti lo sfidante ufficiale di Buttler, per il mondiale. A Cincinnati, quel giorno, tu gli togliesti la corona di campione del mondo, mandandolo altappeto a trentadue secondi dalla fine del match.
-       Il round più bello della mia vita, tutto in apnea, una meraviglia. (3)
Quanto sei disposto ad impegnarti per  raggiungere l’eccellenza?
-     sono pronto a mettere in secondo piano alcune cose anche importanti della mia vita;
-     m’impegno molto per migliorare le mie abilità;
-     m’impegno a valutare in maniera costruttiva le mie prestazioni e i miei risultati;
-     assumo la responsabilità dei miei errori;
-     in ogni allenamento cerco di dare il massimo e di essere soddisfatto;
-     mi piace imparare tecniche nuove;
-     considero gli errori delle opportunità di miglioramento e non qualcosa da nascondere a me stesso.
La prestazione aumenta quando gli obiettivi sono moderatamente difficili per i seguenti motivi:
-       se un atleta valuta di non essere sufficientemente in grado di raggiungerlo, difficilmente sarà motivato a impegnarsi in un’attività frustrante;
-       la fiducia in sé stesso influenza direttamente la percezione della difficoltà del compito e la successiva prestazione;
-       obiettivi troppo facili e poco incentivanti inducono demotivazione.



Utilizzando il modello O.R.A. si definisce chiaramente l’obiettivo temporale e le risorse per raggiungerlo. E’ importante riuscire a vedersi con l’obiettivo raggiunto. (4)

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Per approfondimenti non mancare al prossimo evento !

(1)     Idea Sport, Notiziario della Confsport Italia, Anno VI, n. 04, Aprile 2014, pag.6.
(2)      Trabucchi P., Perseverare è umano. Come aumentare la motivazione e la resilienza negli individui e nelle organizzazioni. La lezione dello sport. Corbaccio, Milano, 2012, pp. 41-43.
(3)     Baricco A., City, Biblioteca Superpocket, Mimlano, 2004, pp. 305-313.
(4)     Simone M., O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport, Edizioni ARAS, Fano, 2013.

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